Chi sono
Angelo Dolce
Mi candido con Passione Civica perché credo che la politica sia lo strumento che innesca e consolida il cambiamento. Ambiente, Sociale e Nuove generazioni i punti fermi da cui partire per una visione di città, che risollevi la demotivazione collettiva.
Angelo Dolce
Mi presento
Sono Angelo, 26 anni, Cesanese con orgoglio.
Laureando in Filosofia, con una tesi in ermeneutica filosofica. Lavoro in Confcommercio Milano, dove mi occupo con il Capo di Gabinetto di Presidenza dei progetti dei Giovani Imprenditori, impresa femminile e “Impresa Cultura Milano”, branca degli eventi culturali.
La politica è una passione nata al liceo che si è da subito concretizzata in una forte vocazione all’associazionismo. Da 7 anni sono volontario soccorritore e autista in Croce Bianca, legato alla squadra del “Mercoledì notte”. Seconda Famiglia.
Dal 2018 faccio parte del direttivo ANPI, antifascista e partigiano nel cuore.
Per 8 anni educatore di adolescenti e preadolescenti, negli oratori di Binzago e Sacra Famiglia, ho guidato il progetto “Giovani insieme” e il coordinamento delle attività di doposcuola.
Credo nella Chiesa libera e coraggiosa di Giordano Bruno, Simone Weil e Dietrich Bonhoeffer. Odio moralismo e stigma sociale.
Dopo l’esperienza della folgorante campagna elettorale alle scorse amministrative, fondiamo col direttivo, l’associazione culturale Passione Civica, di cui ricopro la carica di Presidente. Ho così avuto modo di organizzare e moderare serate di divulgazione con personalità di spicco nel campo della letteratura e della vita civile.
Frequento corsi di introduzione alla politica in collaborazione con la facoltà di Scienze Politiche UniCatt e con l’ISPI. Nel 2019 vengo ammesso alla Scuola per Politici e amministratori di Enti Locali, del Centro Culturale Europeo, UniSF, a Palazzo Borromeo.
Mi candido con Passione Civica perché credo che la politica sia lo strumento che innesca e consolida il cambiamento.
Ambiente, Sociale e Nuove generazioni i punti fermi da cui partire per una visione di città, che risollevi la demotivazione collettiva.
Per me è il coronamento di un percorso condiviso con una squadra eccezionale, dove sono cresciuto in consapevolezza e postura critica, lavorando fianco a fianco, riscoprendo il valore del fare le cose insieme per uno scopo comune.
Credo nella cultura delle relazioni e dei diritti. Nella cortesia e nella premura come forme di comunità ritrovata. Un ritorno all’essenziale, cercando sempre di tenere lo sguardo su ciò che è bello e possibile, e provare a tutelarlo e dargli spazio, in mezzo a tutte le contraddizioni e ai compromessi cui siamo costretti nella nostra vita.